Review (Operaclick): Milano – Teatro alla Scala: Luisi, Taverna e la Filarmonica in una serata d’eroi

Da alcuni anni Fabio Luisi è un habitué con la Filarmonica della Scala: dopo il concerto nella scorsa stagione, il direttore genovese è tornato per una serata in gran parte incentrata su Richard Strauss. Tra i due poemi sinfonici “Don Giovanni” e “Vita d’eroe”, a mo’ di raffinato intermezzo, il Secondo Concerto per pianoforte di Liszt con Alessandro Taverna. A poche settimane dal concerto di Beatrice Rana, sempre con la Filarmonica e Riccardo Chailly sul podio, il pubblico scaligero ha così potuto ammirare le doti di un altro pianista italiano di poco over trenta.

Veneto di origine, Taverna è già oggi un artista che lavora con le maggiori istituzioni musicali internazionali. Come apprendiamo dal suo informatissimo sito personale, la fortuna artistica del musicista ebbe inizio grazie al fortunoso incontro con Lorin Maazel e ai primi concerti a Castleton e alla Steinway Hall di New York. Acclamato da “The independent” come il “nuovo Arturo Benedetti Michelangeli”, Taverna ammette di condividere con l’illustre collega la serietà, l’impegno e l’aderenza al messaggio musicale.

Per il suo vero e proprio debutto scaligero – consideriamo una prova generale la sua presenza con l’Accademia della Scala lo scorso anno – Taverna ha scelto una pagina da lui prediletta come il Secondo concerto di Liszt. Definito dallo stesso autore “Concert symphonique”, il Secondo rappresenta un ripensamento della forma allora consueta del concerto per pianoforte. Si tratta di un lavoro la cui originalità è determinata da una struttura musicale polivalente che guarda oltre la classica forma – sonata. Innovativi e per quegli anni ancora inusuali sono il superamento dei singoli movimenti in un’unica ampia arcata musicale articolata in sei sezioni e l’utilizzo dell’elaborazione tematica per assicurare coesione ai diversi momenti.

Di temperamento all’apparenza schivo, Taverna ha deluso quanti amano, specialmente in Liszt, i vistosi esibizionismi: il suo stile è caratterizzato da compostezza e sobrietà con un parco uso del pedale, un tocco dolce e un suono di purezza cristallina. Il pianista veneto ha rivelato una tecnica scintillante, accompagnata da un virtuosismo non viziato da inutili esteriorità. La sua espressività è arrivata al cuore della partitura con una straordinaria e affascinante ricchezza di sfumature: una morbida cantabilità nelle numerose cadenze e nei caratteristici arpeggi, potenza di suono e un’educata leggerezza negli svolazzi virtuosistici.

La precisione e l’estrema concentrazione di Taverna hanno trovato un degno sostegno nell’accompagnamento di Luisi che ha condotto l’orchestra in un dialogo serrato e complice con il pianista. Al termine, il pianista ha generosamente offerto al numeroso pubblico entusiasta un’elegante esecuzione della “Parafrasi da concerto sul Rigoletto” ancora si Liszt.

Una riflessione sulla figura dell’eroe ha fatto da filo rosso ai due celebri poemi sinfonici di Strauss che Luisi ha scelto per il programma. Da una parte l’eterno mito di Don Giovanni, rivisitato da Strauss sotto l’ottica crepuscolare del poeta austriaco Nicolaus Lenau, dall’altra il riferimento ad un generico eroe che nasconde la traccia biografica dello stesso compositore. Il concetto di “super uomo” non era certo inedito negli ambienti culturali e letterari europei della seconda metà dell’Ottocento e all’ideale di “grande uomo”, incompreso dal mondo, intrepido idealista e artista sognatore, il musicista dedicò anche il suo poema sinfonico più raffinato, il “Don Chisciotte”.

Fabio Luisi è un interprete straussiano apprezzato e conosciuto a livello internazionale sia per le numerose esecuzioni all’estero e in Italia (lo scorso anno con la Filarmonica propose il raro “Aus Italien”) sia per le incisioni discografiche effettuate con la Staatskapelle di Dresda. Nel “Don Giovanni” Luisi ha efficacemente colto le sfaccettature del personaggio così come delineato dai versi visionari di Lenau, lacerato tra vitalismo – quanto mai baldanzoso e irruente nell’esecuzione dell’altra sera – e introspezione. Nella sequenza rapsodica delle scene musicali che compongono il poema, una bella resa ha avuto l’episodio notturno nel quale abbiamo avvertito il tocco onirico del glockenspiel. Un’atmosfera sospesa e raccolta che Luisi ha tratteggiato con incisività.

Rigogliosa di colori, senza vuote teatralità, l’esecuzione di “Vita d’eroe” dove il direttore ha dato coerenza narrativa ai sei episodi della vicenda del prode artista portando la Filarmonica a risultati eccellenti di virtuosismo. Magistrale la prova di Francesco De Angelis – violino solita e spalla della Filarmonica – nel rappresentare musicalmente la multiformità caratteriale femminile di Pauline, la moglie dello stesso Strauss. Il pubblico ha potuto apprezzare la qualità musicale della serata anche comodamente da casa grazie ad un collegamento streaming realizzato con la collaborazione di Musicom.

Lodovico Buscatti

 

La recensione si riferisce al concerto del 20 Febbraio 2017.  

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