Corriere Torino: Da Frank Zappa ai Nirvana, è la sfida di Rai Orchestra Pops

Il pianista Taverna: «Classica? Rock? Difficile dirlo, sarà una sorpresa anche per noi»

Gli spettatori dei prossimi quattro concerti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai si troveranno di fronte a qualcosa che all’Auditorium Toscanini non si è mai sentito prima. Non perché si tratti di opere inedite, ma perché provengono da universi musicali piuttosto alieni rispetto a quelli di solito esplorati nella sala di via Rossini: jazz, prog- rock, grunge. È la sfida intrigante e molto contemporanea di Rai Orchestra Pops, il ciclo che si apre giovedì con ospite Alessandro

«Classica? Pop? Rock? Difficile sapere di cosa si tratterà, sarà una sorpresa anche per noi», dice il pianista venezia- no. «Di sicuro saranno concerti per grande orchestra sinfonica in cui si ascolteranno musiche dalla forte derivazione popolare, secondo declinazioni differenti. Ma non dimentichiamo che gli stessi Compositori della musica colta del Novecento, per esempio Friedrich Gulda, hanno sempre avuto interesse per tutti i suoni che li circondavano».

Il primo Concerto propone avventure a denominazione di origine controllata. In apertura di serata l’orchestra affronterà Dupree’s Paradise, opera di una delle figure più stravaganti e geniali della musica tout-court del secolo scorso, l’americano Frank Zappa. A seguire si passerà a uno dei pochi autori già emersi con forza tra le nebbie del XXI secolo, l’inglese Jonny Greenwood. Famoso come chitarrista dei Radiohead, ma estremanmente prolifico an- che in territori distanti dal rock. L’Osn Rai eseguirà la Suite per oboe e archi tratta dalla sua colonna sonora del 2007 per il film Il petroliere. Quindi entrerà in scena Taverna, che dialogherà con l’orchestra nel Piano Concerto n. 1 di Keith Emerson (dall’album Works, Vol. 1 del 1977 degli Emerson, Lake & Palmer) e in Kaintuck, poema per pianoforte e orchestra composto nel 1935 da William Grant Still.

«È naturale associare Keith Emerson a una cornice di rock progressivo», racconta Taverna, «ma il Piano Concerto ci rivela un grande conoscitore della musica classica: dentro ci sono echi di Stravinskij, Prokof’ev, Gershwin. In Kaintuck si sentono invece ispirazioni jazzistiche, insieme a quella tensione umana e sociale che doveva permeare la vita di Still, il primo compositore afroamericano a ottenere diritto di cittadinanza nei grandi teatri di New York. Lo spartito si chiude con una scritta che mi ha commosso, in cui l’autore offre i suoi più “umili ringraziamenti a Dio, sorgente di ogni ispirazione musicale”».

«Sono opere che non presentano un discorso virtuosistico spinto», dice Taverna. «Conterà molto il modo in cui riusciremo a restituirle. Sono ricche di colori, immediate, senza filtri: perfette per riaccogliere il pubblico con il sorriso. Quando ho saputo che a dirigere sarebbe stato Ryan McAdams, con cui ho già suonato a Ravello, ho accettato l’invito del direttore Schiavi con ancora maggiore entusiasmo».

Rai Orchestra Pops proseguirà tingendosi di jazz (tra Scott Joplin e Duke Ellington, 17 giugno) e di rock (il violon-cello di Giovanni Sollima e i Nirvana, 23 giugno), per chiudere con il concerto per violino e orchestra composto dal trombettista Wynton Marsalis ed eseguito dalla violinista scozzese Nicola Benedetti (1° luglio).

Luca Castelli

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