Review: Alfredo Casella, Orchestra della Toscana – Daniele Rustioni, Alessandro Taverna (Sony Classical)

Alfredo Casella
Concerto per archi, pianoforte, timpani e batteria – Paganiniana – Scarlattiana

Orchestra della Toscana diretta da Daniele Rustioni
Alessandro Taverna Pianoforte
Sony Classical 2019

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Messi un po’ in castigo i saturati poemi “romani” di Respighi, il Novecento italiano per orchestra scopre le carte e rivela una civiltà sinfonico – concertistica che pigri ideologismi hanno tenuto in ombra per troppo tempo. Dopo Ghedini e Petrassi, il progetto in tema dell’Ort, scintillante per l’interpretazione e l’accostamento di lavori manierati ma di fattura alta (c’è anche il Concerto per archi, pianoforte e batteria), ricolloca Casella nella nicchia storica imparziale, colta e attraente che gli compete.

Angelo Foletto  –  La  Repubblica 31 marzo 2019

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Disco tutto italiano, compositore, programma, musicisti, sala, registrazione, progetto musicale e grafico, produzione CD, note.  Registrazione di grande impatto con grande escursione dinamica, forse un po’ sbilanciata sui medi ma comunque adeguata al programma.  Sono tre composizioni importanti …
Un disco interessante per chi segue il panorama musicale italiano del ‘900.

Florestan  –  variazionigoldberg.it , 23 marzo 2019

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Alfredo Casella (1883 – 1947) kwam uit een muzikale Italiaanse familie, bezocht het conservatorium in Parijs om piano te studeren bij Louis Diémer en directie bij Gabriel Fauré, reisde vervolgens zich nader oriènterend door Duitsland en Rusland en ontwikkelde weer thuis een vrij eclectische stijl met een voorkeur voor chromatische dissonanten en stilistische experimenten.   Samen met zijn collega Gian Francesco Malipiero en de dichter Gabriele d’Annunzio stichtte hij in 1917 de Società nazionale de musica en zette zich in voor de werken van Vivaldi. Zijn Concert voor piano, pauken, slagwerk en orkest ontstond in 1943 terwijl hij herstellende was van een ernstige ziekte. Het werk is geschreven in een gespierd idioom en heeft scherpe kanten met krachtige ritmen. Alleen de lyrische, verinnerlijkte Sarabande brengt even wat ontspanning. De pauken zijn steeds druk in actie. De pianopartij is mooi verweven mt de orkestpartij en in de finale speelt de kleine trom een belangrijke rol.   Solisten en orkest argumenteren grondig met elkaar, hier en daar geholpen door wat vriendelijke tikken van de tam-tam. Het vijfdelige Divertimento Paganiniana is uit 1942 en grijpt terug op ideeén van de duivelskunstenaar. Scarlattiana ontstond veel vroeger, in 1926 en heeft een belangrijke pianopartij. Wanneer die zo vingervlug wordt gespeeld ala hier door Alessandro Taverna dan is het werk met ook belangrijke bijdragen van de blazers en de bassen een feest om naar te luisteren.

Jan de Kruijff – Musicalifesten , Amsterdam  2019

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Orchestra della Toscana: Daniele Rustioni, Alessandro Taverna

Unter der Leitung von Daniele Rustioni bietet das Orchestra della Toscana einen grandiosen, mitreißenden Orchesterklang. Beim ersten Werk, dem „Concerto per Archi, Pianoforte, Timpani und Batteria op. 69“, mutet der Klang eher modern aber melodisch an. Es wird spannungsgeladen musiziert, grandiose angeraut anmutende Streicherpassagen, gefühlvoll von Alessandro Taverna am Klavier ausgedeutete Klavierpassagen und fulminant mitreißende rhythmische Passagen, runden diese Interpretation perfekt ab. Beim zweiten Werk, der „Paganiniana“ erleben wir mitreißende Bläser-Schlagzeugpassagen und vor Innenspannung bebende Streicherpassagen, ein grandioses Werk. Der Werk, die “Scarlattiana“ besticht gleich zu Beginn mit ihrem fulminanten Bläserentre, gefolgt von  heiter anmutenden Klavierpassagen, die immer wieder durch gefühlvolle Schlagzeugeinwürfe aufgelockert werden. Alessandro Taverna bietet zu dem noch virtuos mitreißende Läufe am Klavier und ein pointiertes Spiel bei einem perlenden Klavierklang, grandios.

Sven Godenrath – svensopernparadies.wordpress.com , Hamburg 29 marz 2019

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Artistico: ***** Tecnico: *****

Il pastiche, o diciamo più genericamente l’ironia, e il divertimento stilistico, fu il luogo tipico in cui Casella adempì alla sua funzione di riattivare una coscienza  strumentale in modo omogeneo all’Europa del tempo: fu quello il suo modo di affermare, con l’accento del momento storico, la tendenza profonda della musica strumentale d’ogni tempo a stilizzare i valori del canto e a porsi su un piano comunque  più riflesso e mediato del canto puro» (Fedele d’Amico).

Fu anche un modo  di ripensare il rapporto fra antico e moderno di molti compositori che  beneficiarono dell’insegnamento, dell’appoggio o dell’esempio di Casella: da Giorgio Federico Ghedini  trascrittore per orchestra dei pezzi organistici di Gerolamo Frescobaldi a Gian Francesco Malipiero cultore dei fratelli Gabrieli e di Vivaldi, dalle creazioni al quadrato di Luigi Dallapiccola su motivi di Tartini e Pagariini, alle rielaborazioni operistiche di Virgilio Mortali alle Settimane musicali senesi guidate da Casella per le riesumazioni moderne di Pergolesi, Galuppi, Cimarosa e Alessandro Scarlatti. Una tradizione, quella del ‘900 storico italiano che nelle mani capaci di Daniele Rustioni si libera delle inutili pastoie ideologiche, per farci conoscere opere degne di stare a fianco della più nobile musica sinfonica novecentesca. Vista la qualità del risultato, vorremmo sentire da Rustioni e dai suoi toscani musici tutti i Concerti per orchestra di Petrassi, altre opere di Ghedini e l’integrale di Casella, per restare ai tre autori pubblicati con Sony.

 Giovanni Gavazzeni   Amadeus n° 354 – 1 Maggio 2019

Dopo le uscite del 2016 e 2018 dedicate rispettivamente a Ghedini e Petrassi L’Orchestra della Toscana diretta da Daniele Rustioni meritoriamente prosegue l’approfondimento su compositori italiani a cavallo tra ‘800 e ‘900 che segnano il passaggio alla modernità. Quest’ultima fatica relativa ad opere di Alfredo Casella (1883/1947) ancora di più sottolinea i fermenti di quegli anni dove lo slancio verso un rinnovamento della musica strumentale risente ancora di alcuni retaggi della classicità. In particolare Casella prova a fondere una lettura possibile tra antichi compositori italiani e ciò che avveniva fuori dai nostri confini (Parigi soprattutto, dove visse molti anni). La scelta dei repertori è conseguente. Scarlattiana per pianoforte e orchestra da camera op.44(1926) si sviluppa proprio nella valorizzazione della tradizione strumentale italiana dove vengono usati, modificati melodicamente e armonicamente temi delle sonate per clavicembalo di Scarlatti. Il risultato è una scrittura brillante, coinvolgente, con lampi giocosi e lirismi. Anche Paganiniana -divertimento per orchestra su musiche di Paganini op.65 (1942) – segue la stessa logica, con maggiori punte di virtuosismo orchestrale nei vivaci colori timbrici. Il Concerto per archi, pianoforte, timpani e batteria op.69 (1943) si caratterizza, in un impianto neobarocco, per una cupezza, una interiorità inquieta che si snoda nei meandri complessi dell’opera. L’Orchestra della Toscana come sempre offre una lettura di alta qualità nel suono, nella chiarezza del dettaglio, nell’immersione totale e passionale nei repertorio.

alfabeta2.it  –  10 giugno 2019

« Torniamo all’antico e sarà un progresso ». Dans les années trente, la génération de l’Ottanta prit l’invite de Verdi à la lettre. Même Alfredo Casella pourtant si versé jusque-là dans un mahlérisme assumé par deux fabuleuses symphonies mit son orchestre au régime et sa plume à la pointe sèche.

Si Stravinsky cherchait son néo-classicisme chez Pergolèse, Casellale trouvera chez Scarlatti, créant un divertissement fastueux où le sombre (l’Intrada) le dispute à des feux d’artifice souvent dangereux : il faut entendre comment Daniele Rustioni modèle cette suite en forme de ballet qui est tout sauf un pastiche. Se serait-il souvenu du geste éloquent qu’y déployait Kirill Kondrachine à Moscou dans Scarlattiana ? C’est piquant en diable grâce à un orchestre vif, leste, qui met partout l’esprit de la danse.

Plus uniment solaire, Paganiniana accueille le concertato bavard des bois des Toscans avec un plaisir contagieux, mais ne vous y trompez pas, le chef-d’œuvre de ce disque reste le Concerto per achi, pianoforte, timpani e batteria qui ouvre le disque, baroque-Bartók où Casella le moderniste se pare d’antique pour être plus moderne encore. Daniele Rustioni tend l’œuvre à la limite de la rupture, la faisant soeur du Double Concerto de Martinů. Une observation : une plage par œuvre, c’est vraiment trop peu.

Et si maintenant Daniele Rustioni se dévouait aux cycles vocaux de Dallapiccola ?

Jean-Charles Hoffelè   – artalinna.com    24 giugno 2019

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Alfredo Casella (Torino, 25 luglio 1883; Roma, 5 marzo 1947) riceve l’educazione di base e i primi insegnamenti dal padre Carlo, violoncellista di fama e dalla madre Maria Bordino, allieva di Carlo Rossaro (di cui ci siamo occupati in questa rubrica, 20 giugno scorso), donna di vasta cultura, cresciuta in un ambiente culturale stimolante dove frequenta personalità e artisti come Galileo Ferraris, Giuseppe Martucci e il celebre violoncellista Alfredo Platti, suo padrino di battesimo. All’età d undici anni Alfredo decide di dedicarsi solo alla musica: il 5 aprile 1894 tiene il suo primo concerto pubblico al Circolo degli Artisti di Torino. Successivamente intraprende gli studi di pianoforte, armonia e contrappunto. Dal 1901 è a Parigi dove segue le lezioni di composizione di Gabriel Fauré, figura fondamentale nella sua formazione musicale, e conosce Gide, Proust, Daudet, Degas e i compositori  Enescu, Ravel e Debussy. Con quest’ultimo suona spesso a quattro mani. Vince numerosi concorsi pianistici tra il 1899 e il 1903. Conclude gli studi a diciannove anni. Per un triennio tiene concerti in tutta Europa (come clavicembalista) con La Sociiété des Instruments Anciens: Amplia le sue conoscenze; Balakirev, Rimskij-Korsakov, l’esordiente Stravinskij, Glazunov, s’interssa a lungo di Richard Strauss e Mahler del quale promuove l’esecuzione di alcuni suoi lavori. Nel 1911 è eletto segretario della Société Indépendant , fondata da Ravel e presieduta da Fauré, con l’obiettivo di far conoscere e organizzare concerti di musica contemporanea. Dall’ambiente francese trae suggestioni e impulsi che si traducono da una parte in composizioni dominate dall’uso della poliarmonia, una tecnica politonale approfondita in senso armonico che utilizza la dissonanza in funzione di contrasto, dall’altra parte riceve l’impulso a procedere verso il neoclassicismo e a creare una musica strumentale italiana. A Roma, dove fissa la sua dimora, nasce, insieme con Respighi, Pizzetti, Malipiero e Gui, la Società Nazionale di Musica con lo scopo di diffondere e difendere le opere di giovani compositori, curare il patrimonio musicale del passato e i rapporti musicali con l’estero. A supporto della Società, vede la luce la rivista Ars Nova con interventi anche di pittori e scrittori tra cui Papini, Carrà, De Chirico, Savinio. La Società e la rivista saranno attive fino al 1919.. In questo periodo (1917-19) Casella si indirizza verso un linguaggio asciutto e lineare fino alla spigolosità degli anni Venti, che segna un mutamento radicale, caratterizzato dal definitivo abbandono di ogni retorica armonica e da uno spontaneo ritorno  al diatonismo e agli accordi  consonanti, nonchè alla conquista di semplicità armonica. Numerose sono le tournées e i concerti che lo portano in gio per il mondo, soprattutto negli Stati Uniti dove viene tenuto sotto contratto per tre anni per dirigere i concerti della Boston Symphony. Il compositore è davvero instancabile: nel 1923, con il patrocinio di D’Annunzio, fonda la sezione italiana della Società Internazionale per la Musica Comtemporanea.. Nell’ambito di tale progetto (1924) Casella organizza un tour in molte cittài italiane dove dirige Pierrot Lunaire di Schoenberg e L’histoire du soldat  di Stravinskij e Ravel, fa conoscere i,lavori di Milhaud, Poulenc, Bloch, Kodaly , Moratari, Labroca, Rieti. Intanto continua l sua attività di organizzatore musicale  con la nascita della prima edizione de Festival Internazionale di Musica Contemporanea di Venezia (ancora attivo) che gli procura l’accusa di esterofilia, scatenando una pesante diffamatoria, aggravata in seguito da motivi razziali, essendo la moglie di origine ebraica. Docente al corso di perfezionamento  di pianoforte all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. A Siena nel 1939 istituisce, con il contributo del conte Chigi Saraceni, le Settimane Musicali, tuttora attive, dove riesce a far conoscere il notevole e dimenticato repertorio di Vivaldi, A. e D. Scarlatt i e di compositori  dei secoli XVI e XVIII  quali Gabrielli, Monteverdi, Corelli, Torelli, Bassani, Seffani e Pergolesi.  Colpito da grave malattia nell’estate del 1942, Casella rinuncia al corso di perfezionamento pianistico, pur continuando a dare lezioni a casa, scrivendo, nel contempo, alcuni lavoti tra i suoi più significativi. Continuò anche a curare la revisione e l’edizione critica di Bach, Mozart, Chopin presenti ancor oggi nell’organizzazione didattica dei nostri Conservatori.. Compare per l’ultima volta in pubblico il 15 febbraio 1947 al Teatro Eliseo di Roma. Muore il 5marzo di quello stesso anno. Per fortuna degli studiosi esiste un imponente archivio presso la Fondazione “Giorgio Cini” di Venezia (isola di San Giorgio) , ricco di ventitremila documenti, donato dagli eredi il 25 ottobre 2001, che documenta la vita del musicista per intero a cui vanno aggiunti altri documenti acquisiti in seguito: documenti in originale, copia fotostatica, manoscritti, scritti, saggi, revisioni e programmi dei concerti.

Il CD pubblicato da Sony si apre con Il Concerto per archi, pianoforte, , batteria e timpani op. 69 (1943) la cui prima esecuzione ebbe luogo a Basilea il 22 marzo 1945 diretta da Paul Sacher a cui l’opera è dedicata. Scritto in circostanze drammatiche durante le persecuzioni naziste cui furono oggetto Casella e la sua famiglia nell’oscuro periodo dell’occupazione tedesca di Roma. Il disegno del primo movimento (Allegro alquanto pesante) si richiama nel suo incedere a modelli bachiani, mentre nella Sarabanda (Grave ampio) il disegno melodico sembra oscillare tra gli stilemi classici e l’ariosità di un canto popolaresco. 

Paganiniana divertimento per orchestra su temi di Paganini op. 65 è un significativo esempio del gusto caselliano e brillante divertimento. Il brano venne commissionato nel gennaio 1941 per celebrare il primo centenario della Filarmonica di Vienna alla cui testa Karl Bohm guidò la prima esecuzione assoluta. Si tratta di uno dei brani più fortunati e significativi del compositore torinese. Paganiniana è strtturata in quattro movimenti dai piacevoli effetti nell’elegante gioco degli impasti timbrici e ritmici di un’orchestra ricca umori di stampo modernista.

Scritta nel 1926 Scarlattiana ebbe immediato successo. Con essa Casella chiude in modo felice il suo antico proposito di riaprire il corso dello strumentalismo italiano di musica al quadrato in cui il ritmo scorre fluente e la melodia spazia con chiarezza e linearità di espressione. Il milanese Daniele Rustioni, direttore musicale dell’Opéra National de Lyon e dell’ ORT,  con questo CD dedicato a Casella raggiunge il terzo capitolo con oggetto il repertorio sinfonico tra  ‘800 e ‘900 (i precedenti erano dedicati a Ghedini e Petrassi). Ottimi i risultati che si risolvono in un taglio agile e accurato, sempre sostenuto da immediata comunicativa musicale. Ammirevole per nitore e finezza il pianista Alessandro Taverna, anch’egli milanese. L’eccellente Orchestra Regionale Toscana risulta particolarmente scintillante nel settore dei fiati a cui sono affidate uscite solistiche.

100torri.it – 5 luglio  2019

Er selbst war von dieser geglückten „Fusion“ überzeugt. Der italienische Komponist Alfredo Casella war ein Meister darin, ältere Musik Jahrhunderte überwindend und verbindend in ein neues Gewand zu kleiden, und die Scarlattiana war wohl eines seiner Meisterstücke. Rund 80 Themen aus über 545 Sonaten von Domenico Scarlatti hat er hier zitiert, bearbeitet, verwandelt und dem Klavier noch 32 Instrumente dazugesellt, die ihr Bestes dazu beisteuern, Scarlatti in einer neuen Übersetzung zu hören.

In der vorliegenden Aufnahme spielt Alessandro Taverna den Solopart an den Tasten, den der Komponist in der Uraufführung 1927 in der New Yorker Carnegie Hall höchstselbst übernahm, und entführt mit delikatem Zugriff in die Erinnerung an eine vergangene Zeit mit modernen Mitteln. Daniele Rustioni nimmt sein mit Leichtigkeit agierendes Orchestra della Toscana ausreichend zurück, wenn das Klavier aus seiner ursprünglichen Einzelgängerrolle bei Scarlatti befreit mit den anderen Instrumenten grazil dialogisiert, lässt aber im letzten Satz einen feurigen Aufgalopp zu, bei dem Streicher und Bläser die mitreißenden Klavierkaskaden aufnehmen und geschmackvoll mit viel Temperament weiterführen. Auch wenn die Scarlattiana von Heiterkeit, getupftem Farbenspiel und barocker Spielfreude durchzogen ist, wird hier eine motorische Kraft erlaubt, die in ihrer Verpackung weit über Scarlattis Zeit hinausweist.

Dieses Perkussive gehört zu Casellas Handschrift, ohne dominant zu sein. Vielmehr wird es als vorantreibendes und unterstützendes Element eingesetzt und erinnert daran: Ja, wir sind im 20. Jahrhundert, dem Jahrhundert eines Strawinsky, eines Prokofjew. Ein genialer Umgang mit der Musikgeschichte und eigener Kreativität, den das Orchester aufzudecken weiß. Und dann gibt es zarte Sangeslinien, wie das innige Violin-Thema in der „Romanza“ der Paganiniana. Dieses Divertimento für Orchester, das als Auftragswerk für den 100. Geburtstag der Wiener Philharmoniker 1942 aufgeführt wurde, basiert ebenfalls auf Themen eines Berufsvorgängers Casellas, eben des mythenumrankten Teufelsgeigers. Der Auftakt weist direkt dramatisch-rasant auf die Persönlichkeit, mit der man es hier zu tun hat, hin und lädt zur Virtuosität ein, die das Orchester munter-pointiert annimmt. Später entstehen von tänzerischer Lust beflügelte Abschnitte, die sich erst aus tiefem Bläsergrund hinaufschwingen müssen, um zu einer heiteren Szene zu werden. Ein Licht- und Schattenspiel um eine ebenso geartete historische Musikerfigur.

Rhythmusgeprägt beginnt auch das Concerto per archi, pianoforte, timpani e batteria op. 69. Dieses Werk ist ungleich sperriger, wenngleich auch hier feine Melodikmomente Ruhe bringen. Es ist 1943 unter dem Eindruck des Zweiten Weltkriegs entstanden und von Dramatik geleitet, zu der der Klavierpart einen nicht unerheblichen Beitrag leistet. Zuweilen lösen sich nachdenkliche bis melancholische Passagen heraus, deren leise Kraft in einer berührenden Stimmungszeichnung liegt.

Sabine Kreter –  dasorchester.de  luglio 2019

REVIEWS

20th-century Italian rep proves well worth making the effort.

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Casella: Orchestral Music is not an easy listen. But sometimes, it’s necessary to push yourself out of your comfort zone – and stay there for a while until you learn something new. This was very much my experience of this release dedicated to Italian composer Alfredo Casella. I would not have gone out of my way to select this album in a shop and, had I been confronted with its music on the radio, I’d similarly not have stayed around to listen beyond the first few minutes – it’s a relentless attack on the senses, an overstimulating experience for the brain. My immediate and visceral response to his Concerto for Piano, Timpani, Percussion and Strings is precisely the reason it was important to continue listening. Once my instinctive reaction had settled, the music spiralled into calmer and more emotionally complex passages, which gave me a few moments to reflect on the quality of the Orchestra Della Toscana.Through my home speakers, pianist Alessandro Taverna often appears as a texture within the group – itself a lively and responsive collection of vibrant players – rather than an expressive and skilful soloist (which indeed he is). The Paganiniana is a high-octane and devilish take on fragments of Paganini’s repertoire – a composer who lived about a century before Casella; and the Scarlattiana brings an unpredictably cheerful and heart-warming conclusion to an otherwise gripping album.

 Stephanie Eslake   limelightmagazine.com  – 15 luglio 2019

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