Review: Accademia di Studi Pianistici “A. Ricci” (InstArt)

Gran pieno di pubblico per la quarta lezione-concerto della quarantesima stagione dell’Accademia di Studi Pianistici “A. Ricci”, dedicata, con commosse parole di ricordo della Presidentessa Flavia Brunetto, a Vladimira Persici Santi, figura fondamentale dell’Associazione fin dalla sua fondazione, recentemente scomparsa. Protagonista dell’evento, il pianista Alessandro Taverna, che ha presentato due lavori pianistici di Robert Schumann: Humoresque op. 20 e Davidsbündlertänze op.6.

Nella parte introduttiva, taverna non fa altro che contestualizzare storicamente ed espressivamente l’opera 20,  rilevando come essa sia uno dei momenti in cui Schumann supera il concetto della forma classica in favore di composizioni che meglio si attaglino all’ispirazione del momento (in effetti è una sequenza di sette brevi brani legati fra loro senza interruzione) sì da meglio rappresentare l’espressività del compositore. Taverna parla addirittura, a proposito di Humoresque, di una vera e propria seduta psicanalitica tanti sono i sentimenti che si agitano in queste pagine e sintetizzati nelle figure letterarie, Schumann era oltre che pianista e compositore anche critico musicale e scrittore, di Florestano, eroico, quasi dionisiaco, cui si contrappone il timido e apollineo Eusebio. Il punto di mediazione viene poi trovato  nell’equilibrato Maestro Raro.

La successiva esecuzione ci mostra un pianista che ha un domino assoluto dei  suoi, enormi, mezzi espressivi. La sua Humoresque è, fin dall’iniziale Einfach con quel suo andamento così sognante, ben differenziata fra i vari momenti e rende appieno la complessità psicologica e musicale di Schumann. Il tocco di Taverna, estremamente variegato, ci rende uno Schumann chiaroscurato e ben differenziato nell’agogica che affascina il pubblico della Ricci pur abituato a pianisti di grade levatura, che tributa alla sua Humoresque grandi applausi.

È poi la volta dei Davidsbündlertänze op.6, che nella produzione pianistica di Schumann rappresenta il momento di maggior conflitto con la tradizione, contro i “filistei”. In questa serie di miniature, ogni composizione è segnata da E o da una F per simboleggiare i vari stati  d’animo e la danza che percorre tutta la raccolta è il valzer. Di più non dice Taverna, perché lascia che sia la sua arte pianistica a regalarci una lunga serie di emozioni che alla fine ci lasciano  senza parole…solo gli applausi…lautamente ricompensati da due bis con il Valzer op. 5 di Chopin ed una splendida improvvisazione su temi natalizi.

© Sergio Zolli per instArt

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